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lunedì 27 settembre 2010

la vista

devo rubare il tempo, il tempo necessario per parlare della pioggia che cade. Incantato osservo le gocce pronte a lanciarsi verso terra, lo spettacolo amaro di una creatura che in pochi istanti perde forma, per mischiarsi tra la folla, a comporre pozzanghere anonime. La lenta, ultima, carezza data alla foglia, e poi giù verso baratro. Dalla finestra di un lugubre ufficio vedo l’immenso spettacolo della natura. La vista, il senso che più mi emoziona. E la quiete mi assale, mentre lentamente penso alla forma desiderata.

2 commenti:

  1. Ciao Agart, i tuoi scritti mi hanno molto colpita, intrisi di spleen e di riflessioni suggerite da una forte sensibilità con, in sottofondo, molta amarezza e rabbia: sei un attento osservatore delle strategie della natura e di quelle degli uomini.
    Dalla metamorfosi di una goccia di pioggia si possono trarre saggi insegnamenti su noi stessi......il segreto è saper guardare.
    Un bacio, Agart
    A presto
    Marilena

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  2. Saluto il tuo passaggio, grazie per esserti fermata ad ascoltare...

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