da matematico passai notti insonni.
Un'equazione sbagliata assalì il mio cuore,
la formula ideata generò come prodotto la brevità della vita.
Raccolsi il denaro, lasciai il lavoro,
diedi fuoco alla casa che non era mia.
Una vergine orfana ad attendermi,
ne raccolsi una lacrima e sentii che era amara.
Maddalena non pianse,
le sue lacrime dolci non si addicevano al lutto.
Altre donne alle spalle,
per ognuna di loro un mio dipinto in pegno,
per accendere il fuoco ora che viene inverno.
Le mie opere sparse a tracciare il cammino,
a illuminare una notte buia a venire,
a generare fuochi già spenti.
liberamente ispirato a "la vita di Borodin", di Charles Bukowski
RispondiEliminabellissimo questo post, come del resto tutto quello che scrivi...è un piacere leggerti...davvero...
RispondiEliminaun abbraccio mio caro...
basta osservare... tutto è già scritto... Adesso vado, un nuovo racconto mi aspetta, non rimane mai tanto tempo.
RispondiEliminaNotte angeloblu, in attesa di un tuo ritorno