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sabato 5 gennaio 2013

certi giorni

certi giorni sono solo uno scherzo,
di cattivo gusto.
Tra la nebbia la luce appare tenue,
l'aria leggera, distante una musica suona.
Ci lasciamo per sempre,
sugli scalini di una chiesa,
l'ora è tarda e posso andare senza pensieri,
perchè già la conosci la strada che porta all'altare.
Passo la notte cullato dal freddo dondolio di un'altalena,
mentre contemplo il cielo tutto è immortale.
Vago per un pò tra i vicoli bui,
in cerca di improbabili figure.
Mi fermo esausto, mi scrollo di dosso ogni brivido.
Amata solitudine che accompagni questa notte,
abbracciami ancora fino a soffocare.
concedimi l'Apocalisse.

9 commenti:

  1. Non so se era il tuo intento, ma io sento tutto l'inverno in questi versi.

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  2. sarò anche fatta tutta al contrario, ma l'immagine scaturita da questi versi era di calma totale...non so come spiegarmi...quella calma introspettiva che può prenderti solo quando sei sola/o sotto la luce arancione (orrenda tra l'altro) dei lampioni mentre ti perdi a guardare le nuvolette di condensa create dal tuo respiro caldo che incontra l'aria gelida dell'inverno, ma nonostante il freddo ti senti a casa dentro la tua giacchetta calda.
    In realtà ci vedo pace...niente Apocalisse :)

    P.S. ancora meglio quando piove...i goccioloni rumorosi e al contempo silenziosi aiutano a riflette...e nel mio caso a inventare melodie che dimentico puntualmente il giorno dopo quando potrei registrarle e proporle alla band -__-' Pazienza! :D
    Morbidi.

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  3. concedimi l'Apocalisse, concedimi la Rivelazione, questo significa e in questo senso vedo la grande chiusura della tua poesia.

    chi non conosce la strada verso l'altare :)

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